Il Ciclo Del Capello ed il Tricogramma
Acquisizioni personali
sul ciclo del pelo
e sul tricogramma
Andrea Marliani
Marino Salin
Firenze
Nel follicolo si alternano cicli di crescita e cicli di riposo: normalmente ogni volta che un capello in telogen è caduto il follicolo ne forma uno nuovo in anagen.
Data la babele terminologica imperante in “tricologia” dobbiamo precisare che si intende per:
anagen la fase di crescita del capello caratterizzata dalle veloci mitosi delle cellule della matrice e differenziabile in 6 sottofasi,
catagen la fase che va dalla fine delle mitosi della matrice fino alla scomparsa delle guaine del capello e di ogni attività metabolica. E’ caratterizzata dal formarsi di una colonna di epiteliociti che, collegando la papilla dermica con il bulbo del capello in involuzione, si restringe innalzandosi fino all’infundibulo. La fine delle attività metaboliche e la scomparsa delle guaine segnano il passaggio del capello alla fase telogen,
telogen è la fase del capello che cade, questo si ha solo dopo l’attivazione delle cellule staminali dell’istmo (del bulge?) contemporaneamente alla ricolonizzazione della matrice (secondo germe) e dura solo pochi giorni. L’esame microscopico dei capelli (“tricoanalisi” in luce polarizzata) sicuramente perfezionabile in futuro, consente di ripartire i bulbi estratti con pinza di klemmer in “categorie” fra cui:
1) anagen VII
2) anagen VI
3) anagen pseudodisplasici
4) anagen displasici
5) anagen alopecici
6) anagen vellus
7) anagen distrofici
8) catagen I
9) catagen II
10) catagen III
11) catagen prematuri
12) telogen maturi
13) telogen prematuri o alopecico-miniaturizzati
fornendoci un orientamento sulle cause della alopecia.
La tecnica usata è semplice e di relativamente facile applicazione, richiede un microscopio ottico (composto) a luce polarizzata con filtri 1/4 lambda.
L’identificazione dei dettagli del bulbo si osserva sotto forma di colori di cristallizzazione. La alfa cheratina, fibroproteina dei capelli, è infatti una cristallizzazione biologica, una organizzazione di catene polipeptidiche disposte in asse a formare alfa-eliche con sequenza ripetitiva
struttura ripetitiva della cheratina
struttura cristallina della cheratina
I colori che appaiono alla luce polarizzata sono dovuti alle differenze di spessore dell’oggetto osservato, cioè ai ritardi d’onda nel cammino ottico della luce, oltre che al suo orientamento cristallografico ed ai pigmenti contenuti che comportano le differenze degli gli indici di rifrazione, cioè dei colori visibili.
diffrazione (scomposizione) della luce
i colori di polarizzazione
La nostra classificazione diagnostica è stata elaborata sapendo che le caratteristiche di birifrangenza e le differenze di cammino ottico nella “proteina cheratina”, comportano l’appartenenza di un colore ad uno specifico ordine strutturale e molecolare (tecnica delle lamine ellittiche).
Conoscendo, con il micrometro incorporato nell’oculare, il dato preciso dello spessore del campione in esame, la relazione:
Ritardo = Pigmento
Birifrangenza = colore = _________________
Spessore = Diametro
permette di abbinare ad ogni colore la qualità, o “competenza”, della fibra cheratinica in studio
Il ritardo d’onda è valutabile in base alla scala dei colori di Newton, ed il colore di compensazione viene determinato in base alla sequenza delle frequenze dei colori dovuta alla rotazione dell’oggetto.
Questo metodo permette una nuova visione “qualitativa “del capello che possiamo denominare: “Tricoanalisi microscopica in luce polarizzata”.
“1” Anagen
Fase di crescita del capello. E’ suddiviso a sua volta in 6 sottofasi che iniziano con l’avvio dell’attività mitotica delle cellule staminali proseguono con la discesa della parte inferiore del follicolo che va a raggiungere la papilla, con la colonizzazione della matrice, poi con la comparsa della guaina epiteliale interna e infine con la comparsa del pelo che via via si allunga fino a raggiungere e superare l’ostio follicolare. Il periodo anagen dura in media 2 – 4 anni nell’uomo e 3-7 anni nella donna Questo capello, ben ancorato con le sue guaine, può essere asportato solo esercitando una forte trazione ed il trauma sarà accompagnato da modesto dolore.
anagen fisiologico
“2” Catagen
Fase di progressivo rallentamento delle varie funzioni vitali. Inizia con l’arresto dell’attività dei melanociti subito seguita dal blocco delle mitosi della matrice.
Quando inizia la fase catagen la matrice, comunemente intesa, degenera e la papilla rimane unita al bulbo solo mediante una specie di “sacco”, formato dalla guaina epiteliale esterna che contiene le ultime cellule prodotte dalla attività mitotica sotto forma di una lunga colonna di cellule epiteliali ed il capello assume un caratteristico aspetto a “coda di topo”.
Questo sacco di cellule epiteliali (in movimento di risalita verso l’alto) si deconnette poi dalla papilla e risale fino all’istmo (catagen I, II, III, entrando poi in telogen I e dopo telogen II ) in qualche modo attivando le cellule staminali del capello e queste ultime, in rapida mitosi, con un processo simile a quello che si osserva nella formazione embriologica del pelo primitivo, migrano verso il basso colonizzano nuovamente la zona della matrice e danno inizio al nuovo anagen I.
Progressivamente si assiste alla scomparsa della guaina epiteliale interna. Durante Il catagen, se l’attività mitotica della matrice è cessata, l’attività metabolica delle cellule del sacco è addirittura esaltata per preparare il follicolo al nuovo anagen: il capello in catagen produce attivamente estrone da estradiolo, da androstenedione e da testosterone. Produce cortisone da cortisolo. Il blocco della fosforilasi e l’esochinasi esaltata portano alla produzione, da glucosio, di glicogeno che viene accumulato nella guaina epiteliale esterna e nella guaina connettivale.
esemplificazione della attività metabolico-ormonale della matrice in anagen verso il catagen ed il telogen e del follicolo in catagen verso l’anagen
Solo la scomparsa della guaina epiteliale interna e la fine delle attività metaboliche segnano il passaggio del capello dal catagen al telogen. La fase catagen viene suddivisa sul capello estratto in tre sottofasi: catagen I, II, III.
Catagen I:
il bulbo è a campana, come nell’anagen, ma totalmente cheratinizzato = cristallizzato, le guaine sono ben rappresentate e queste inglobano la zona cheratogena, che è pigmentata, e la sola zona a bassa cheratinizzazione della radice è assottigliata.
catagen I
schema del bulbo e della matrice
Catagen II:
il bulbo assume forma clavata, le guaine sono ancora visibili anche se ridotte e maggiormente disidratate, la zona cheratogena è pigmentata, la radice è sottile.
catagen II
Catagen III:
il bulbo è clavato, la pigmentazione della zona cheratogena e le guaine sono ormai distinguibili solo con il microscopio in luce polarizzata o con fini tecniche di colorazione, la radice è sottile.
Classicamente si dice che il catagen dura mediamente 15 giorni, ma già la banale osservazione di tutto quanto accade nel catagen dovrebbe porre il dubbio di una sotto valutazione.
catagen III
Inoltre dall’inizio del catagen (catagen I) al momento dell’attivazione del bulge (catagen III) il capello deve risalire nel follicolo per 3 – 6 mm. Questo non alla velocità normale della crescita del capello ( 0,3 mm al giorno 10 mm al mese), perché non esiste più una matrice in mitosi, ma alla velocità assai minore del ricambio dell’epidermide (66, 5 micron al giorno 2 mm al mese)
“3” Telogen
Fase di riposo funzionale. E’ il periodo terminale del ciclo durante il quale il capello si trova ancora nel follicolo pilifero ma in cui le attività mitotiche e metaboliche sono completamente cessate. Il capello in telogen non ha più guaine e cade mentre contemporaneamente il follicolo è già in fase IV anagen. Ovviamente i capelli in telogen, privi di guaine, possono essere facilmente asportati (senza dolore!) se si esercita una trazione anche modesta. Il bulbo, ormai atrofico, è di aspetto traslucido e si presenta tipicamente “a clava”, come una capocchia di spillo alla base del capello.
Classicamente si dice che il capello in telogen, prima di cadere, rimane sul cuoio capelluto per ancora 90-100 giorni.
Telogen I Telogen II
Nell’essere umano, a differenza degli animali, il ricambio dei capelli avviene a “mosaico”, cioè ogni follicolo produce il suo capello indipendentemente da quelli vicini; in questo modo non si alternano, come per gli animali, periodi in cui si hanno i capelli a periodi in cui questi non ci sono (muta).
Per percentualizzare la quantità dei capelli in anagen o in telogen è universalmente diffuso il “tricogramma” e sulla base di questo esame si afferma che su un cuoio capelluto “normale” circa l’85% dei capelli è in anagen, il 13 – 15% in telogen e solo 1 – 2% in catagen.
Il tricogramma reale
Tutto questo però è vero solo se i capelli vengono esaminati in microscopia tradizionale, spesso dopo troppo tempo dalla loro estrazione, quindi a guaine ormai disidratate, e senza fare alcuna valutazione con metodi enzimo-colorimetrici; esattamente come Van Scott standardizzò nel 1957.
Così si continua passivamente a scrivere e “copiare” ed ad insegnare ciò che ormai è considerato “classico ed indiscutibile”, senza alcun senso critico.
Oggi se per fare un tricogramma si usa un microscopio a scansione d’immagine oppure un microscopio a luce polarizzata che permetta una visione ottimale delle guaine, se si ha l’accortezza di esaminare immediatamente i capelli estratti ed in olio da immersione (olio di cedro) o se si usano metodi enzimo-colorimetrici che evidenzino l’attività metabolica delle cellule del “sacco” si può osservare che, in percentuale, i capelli estratti sono:
– Anagen 80%
– Catagen 19%
– Telogen 1%
Questo è quindi il vero tricogramma!
Poiché non vi sono più residui di guaine nel telogen, i capelli, raggiunto il telogen, fuoriescono subito dall’infundibulo e la loro vera percentuale al tricogramma è minima; mentre i catagen, che mantengono ancora guaine ed attività metabolica si possono trovare in diversi periodi di senescenza: si descrivono perciò catagen I, II, III.
Con il tricogramma “classico” (secondo Van Scott), senza usare un microscopio a luce polarizzata e/o fatto su capelli non immersi in mezzo idoneo (o non fissati adeguatamente in balsamo del Perù) ed esaminati non immediatamente, i catagen I vengono fatalmente confusi con gli anagen e i catagen III confusi con i telogen, alterando sensibilmente la “formula pilare”.
Al microscopio a luce polarizzata i colori del bulbo ci dimostreranno che il capello è in catagen e la sua profondità (distanza bulbo istmo = lunghezza della guaina) ci dirà chiaramente che stadio catageno stiamo osservando.
Con tutto questo il “tricogramma classico” è un esame standardizzato che si porta dietro un errore ormai standardizzato e pertanto i valori che ci da sono sempre comparabili e le deduzioni diagnostiche che ne derivano sono comunque accettabili.
Il tricogramma ci dà un orientamento sulle cause della caduta in atto, ad esempio, in caso di telogen effluvium (da stress o post-gravidico o altro) saranno presenti quasi esclusivamente telogen “maturi” in numero anche molto elevato e qualche catagen. Nell’alopecia androgenica saranno invece quantitativamente rilevanti i telogen ” prematuri” , che con facilità, arrivano e superano il 20-25% e si presenta il fenomeno della punta di Malpighi alla base del bulbo. Nell’alopecia areata si troveranno percentuali apprezzabili e variabili di anagen distrofici o più raramente displasici, cioè con bulbo assottigliato con cheratinizzazione intermedia e privo di guaine.
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