Protocolli di Comportamento S.I.Tri.
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Protocolli di Comportamento Società Italiana di Tricologia

 

S.I.Tri. – Società Italiana di Tricologia – Protocollo di comportamento per chi si occupa di Tricologia

Fra di noi alcuni autorevoli Soci pensano che la Tricologia altro non sia se non una parte della Dermatologia e pertanto non può esistere nessuna figura professionale che possa occuparsene al di fuori del Medico Dermatologo. Questa posizione, rispettabilissima, ci sembra superata dai tempi e dai fatti e la maggior parte di noi oggi distingue, in modo non esaustivo, queste figure professionali ognuna con competenze specifiche:

Tecnici della Tricologia (parrucchieri, barbieri, acconciatori ecc), che devono occuparsi della “cura estetica” dei capelli. Va sottolineato come il lavoro di un Parrucchiere, Barbiere ed Acconciatore sia cosa delicata, spesso sottovalutata e coinvolge lo stato d’animo e la psicologia del cliente che gli si affida. Questi deve saper interpretare i desideri del cliente nel modo migliore anche consigliando “cosmetici” appropriati ma non deve spingersi oltre il cosmetico. Come un medico non può improvvisarsi parrucchiere così un parrucchiere non deve improvvisarsi medico e non dovrà mai avventurarsi in terapie. Riteniamo anche che un Tecnico, che ha seguito con profitto corsi e percorsi di studio specifici, possa eseguire semplici test ed esami microscopici che, senza mai fare “diagnosi mediche”, lo aiutino nel suo lavoro spesso difficile.

Tricologi non medici (farmacisti, biologi, chimici, infermieri, psicologi ecc): sono figure professionali che hanno seguito un percorso di studi accademico con valore legale e che, se conoscono la Tricologia intesa come anatomia, fisiologia e problematiche, possono, ognuno nelle loro rispettive competenze, occuparsi dei capelli e del cuoio capelluto ma non sono autorizzati a fare nessuna diagnosi o prescrivere una qualsivoglia terapia medica né tantomeno occuparsi di Chirugia Tricologica in assenza del Medico Chirurgo. Queste figure professionali sono sicuramente, a nostro vedere, autorizzate a fare ricerca, esami e test, senza tuttavia mai sconfinare nella diagnosi o nella prescrizione terapeutica e sono autorizzate, quando capaci, ad insegnare la Tricologia ad altre figure professionali.

Laureati in Medicina e Chirurgia: sono i soli autorizzati a fare diagnosi ed a  “curare” in senso medico, anche con farmaci, chi ha problemi di capelli o di cuoio capelluto.

Tricologi medici (Trichiatri): sono i laureati in Medicina e Chirurgia con specializzazione in Dermatologia o (per i chirurghi) in Chirurgia Plastica e Ricostruttiva e/o che hanno acquisito competenze in materia con pubblicazioni o studi accademici (come un Master universitario in Scienze Tricologiche) oltre la laurea e/o la specializzazione. Questi sono autorizzati a proporre protocolli di terapia tricologica, a fare diagnosi ed a “curare” in senso medico chi ha problemi di capelli o di cuoio capelluto e sono il punto di riferimento naturale di tutti coloro che di Tricologia si occupano. A questo proposito la Società Italiana di Tricologia ha sentito la necessità di istituire un Pubblico Registro (senza valore legale ma con grande valore morale) che indichi i medici, da essa conosciuti, che possono essere considerati Medici Tricologi (Trichiatri) a tutti gli effetti e che rispondono ai requisiti necessari per la tutela dei pazienti con condizioni patologiche o inestetismi a carico dei capelli e del cuoio capelluto (https://www.sitri.it/pubblico-registro-dei-medici-tricologi/).

Riteniamo che chi si propone al pubblico come interlocutore per curare i problemi dei capelli senza possedere le dovute qualifiche accademiche e legali, debba esserne impedito in quanto questo costituisce reato di esercizio abusivo di una professione protetta nonché circonvenzione.

Fra i Medici Tricologi distinguiamo anche i Chirurghi Tricologi. Si pone qui anche il problema di chi possa “operare o lavorare” in Sala Operatoria negli interventi di Tricochirurgia.

Riteniamo che solo il Medico Chirurgo laureato, abilitato ed iscritto ad un Albo professionale del Paese dove intende operare possa fare trapianti di capelli e che senza la presenza di questa figura non sia possibile neppure pensare ad un trapianto. Solo il Medico Chirurgo, rispettando la legislazione del paese dove lavora, è abilitato e autorizzato a tagliare o incidere. Il Medico Chirurgo è sempre il responsabile finale della corretta esecuzione della pratica chirurgica e di tutto l’intervento. Questo Medico Chirurgo, quando poi si trovi in un paese diverso dal proprio, dovrà ottenere l’abilitazione dal Paese ospite per poter operare o anche solo visitare un paziente e porre diagnosi, diversamente si configura il reato di esercizio abusivo di una professione protetta.

In sala operatoria, negli interventi di Tricochirurgia, lavorano anche altre figure: Infermieri Professionali e Tecnici.Solo l’Infermiere Professionale (o comunque una figura professionale con laurea di 1° o 2° livello in materie medico-biologiche), che dovrà anche prendersi la sua parte di responsabilità per la mansione che svolge, potrà aiutare il Chirurgo ad estrarre o inserire i follicoli di un trapianto, potrà maneggiare materiale vivente per preparare gli innesti, non potrà comunque né incidere né preparare siti di ricezione.

Richiederà comunque un’ulteriore attenta valutazione la posizione di coloro che da molti anni, pur senza gli adeguati titoli professionali, fanno abitualmente quanto loro non competerebbe ma hanno cominciato a farlo quando questo era lecito e non vi erano ancora regole certe.

 

La Società Italiana di Tricologia ricorda che:

Solo un Medico Chirurgo, rispettando la legislazione del paese dove lavora, è abilitato e autorizzato a compiere trapianti di chirurgia della calvizie, a tagliare o incidere. Il Medico Chirurgo è sempre il responsabile finale della corretta esecuzione della pratica chirurgica e di tutto l’intervento. Questo Medico Chirurgo, quando poi si trovi in un paese diverso dal proprio, dovrà ottenere l’abilitazione dal Paese ospite per poter operare o anche solo visitare un paziente e porre diagnosi, diversamente si configura il reato di esercizio abusivo di una professione protetta.

Un Medico Laureato fuori dall’Italia per fare visite, prescrizioni e terapie in Italia DEVE mettersi in regola con la legislazione italiana, e nello specifico:

– fare riconoscere la sua Laurea in Medicina e Chirurgia,

– sostenere l’esame di Stato,

– iscriversi ad un Ordine Provinciale dei Medici

(l’Ordine dovrà verificare anche la conoscenza sufficiente della lingua italiana),

– aprire una regolare partita IVA anche se non fa fatture.

Senza questi adempimenti, formali ma necessari, la Laurea in Medicina è, in Italia, solo un titolo accademico e non permette di visitare pazienti, porre diagnosi e prescrivere terapie, neppure attraverso un prestanome; in assenza di questi adempimenti il Medico può essere accusato di esercizio abusivo della professione e ricevere una denuncia penale.

Estratto dal Codice Penale:

Il reato di esercizio abusivo della professione è previsto dall’articolo 348 del Codice Penale, il quale così dispone letteralmente: Chiunque abusivamente esercita una professione, per la quale è richiesta una speciale autorizzazione dello Stato, è punito con la reclusione fino a sei mesi o con la multa da euro 103 a euro 516.

Per l’esercizio abusivo della professione di medico ed odontoiatra (art. 348-bis) le sanzioni previste sono più pesanti, la reclusione da 12 a 24 mesi e la multa da un minimo di 5 mila ad un massimo di 50 mila euro. Inoltre la nuova disposizione prevede anche che il condannato sia soggetto al sequestro dei locali e alla confisca delle attrezzature e degli strumenti utilizzati per commettere il reato e che i beni mobili ed immobili sequestrati o confiscati vengano destinati alle strutture pubbliche e private che offrono cure ed assistenza a persone in difficoltà economica e sociale.

 

 

 

S.I.tri. – Italian Society of Hair Science and Restoration – Guidelines for those who work in the field of Trichology:

Among us are some respected members who believe that Trichology is a subfield of Dermatology and hence there can be no other kind of professional figure who can work in this field other than a Medical Doctor of Dermatology.  However a respectable opinion this may be, it seems to us that this idea has been superseded by the reality of modern times and that most of us today believe there are professionals with specific skills who can contribute to the field of Trichology such as:

Trichology Technicians (Hairdressers and Barbers) are professionals who deal with the “asthetic care” of hair but who, strictly speaking, should not and could not even recommend a topical treatment for excessive hair loss.  Just as a doctor cannot pretend to be a hairdresser, a hairdresser should not pretend to be a doctor and should never advise any sort of therapy. It should be well understood, however, that the work of a Hairdresser or Barber is a delicate job that is often underestimated. It involves taking into consideration the client’s mood and psychological state of being and then knowing how to interpret the client’s wishes in the best way possible.  We also believe that a Technician who has successfully attended courses of a specific curriculum can perform simple tests and microscopic examinations which, without ever making a medical diagnosis, can help in providing a service that often proves difficult.

Non-Medical Trichologists (Pharmacists, Biologists, Chemists, Nurses, Psychologists, etc) are professionals who have completed an accredited academic course of study and who know Trichology from a perspective of anatomy, physiology and associated problems. They can address hair and scalp issues from the point of view of their respective field but are not permitted to make diagnoses, prescribe any medical treatment nor work as a Surgeon of Trichology in the absence of a Medical Surgeon. These professionals, in our opinion, are certainly qualified to do research, exams and tests, as long as they do not cross the line in diagnosing or prescribing therapy.  They are also qualified, when able, to teach Trichology to other professionals.

Graduates in Medicine and Surgery who work in Trichology are the only ones authorized to diagnose and to medically “treat” (also with pharmaceutical drugs) those who have hair and scalp problems.

Trichology Doctors (Trichologists) are those who have graduated in Medicine and Surgery with a specialization in Dermatology or (for surgeons) in Plastic and Reconstructive Surgery and/or have trained in the field through publication or academic studies (such as a University Master’s Degree in the Trichology Science) in addition to a Bachelor’s degree and/or a specialized degree. These Trichologists are authorized to propose trichological therapy protocols, make diagnoses and to medically “treat” those who have hair and scalp issues.  They are the natural point of reference of all who work in the field of Trichology.  It is in this regard that the Italian Society of Trichology feels it is necessary to institute a Public Registry (without legal status but with great moral status) listing the doctors known to the Registry who can be considered Trichologists in all the effects and who meet the requirements to care for patients with pathological or esthetic conditions due to hair or scalp issues. (https://www.sitri.it/pubblico-registro-dei-medici-tricologi/).

We believe that those who offer services to treat hair and scalp problems without possessing the appropriate academic and legal qualifications should be prevented from practicing in that it  constitutes a violation of practicing a profession without a license.

Amongst the Trichologists are also Tricological Surgeons.  Here we pose the issue of who can “operate or work” in the Operating Room during the Trichological operations.

We believe that only a Surgeon who has graduated, trained and been admitted to the country’s  professional guild where he or she intends to practice should be authorized to perform hair transplants. Also, it should not be possible to even think of a transplant without the physical presence of the Surgeon.  Only the Surgeon, respecting the country’s laws where he or she works, is qualified and authorized to cut, make incisions or use needles or other instruments for piercing the skin. The Surgeon is solely responsible for the correct execution of the surgical procedure and for the entire operation. A Surgeon who finds himself in a country different from his own must obtain authorization from the host country in order to operate or even to diagnose, otherwise he is practicing a profession without a license.

In the operating room, during Trichology operations, Registered Nurses and Technicians are often present.  Only Registered Nurses (or professionals with a bachelor’s degree of first or second level in a medical biology subject matter) – who will also have to assume their part of responsibility for the work provided – can assist the Surgeon in extracting or implanting the hair follicles for a transplant and are not authorized to make incisions or prepare the reception area for the implants.

It will be necessary to carefully further evaluate the position of those who have already worked for many years in Trichology without the necessary professional qualifications and who, in the absence of definite guidelines, have been providing services for which they are not clearly authorized.

 

The Italian Society for Hair Science and Restoration remember that:

Only a surgeon, respecting the laws of the country where he practices, is capable and authorized to perform the incisions involved with hair transplant surgery. The surgeon remains the responsible party for the correct execution of the surgical practice as well as for the operation as a whole.  When the surgeon finds himself in a foreign country, he must obtain authorization from the host country to be able to operate or even just to examine a patient to be able to offer a diagnosis.  Otherwise the surgeon is considered to be practicing without a license.
A foreign surgeon who wishes to examine patients, issue prescriptions and prescribe therapies in Italy MUST comply with Italian law, specifically:
– have his degree in Medicine and Surgery recognized in Italy
– sit the Italian State exam
– enroll in a Provincial Order of Physicians
(The Order must also verify sufficient knowledge of the Italian language)
– obtain a regular VAT number even if regular invoices are not to be issued
In Italy, without adhering to these formal – but necessary – measures, a degree in Medicine is only an academic title which does not permit one to examine patients, offer diagnoses or prescribe therapies, even through a third party.  In absence of the fulfillment of these measures, the doctor risks being cited for practicing without a license and may face criminal charges.