L’Esame di vitalità
Marino Salin e Andrea Marliani
Firenze
Tramite la microscopia in luce polarizzata su capello estratto e con un oculare munito di micrometro, in modo semplice e senza necessità di colorazioni, si ha una chiara visualizzazione di dati fondamentali quali ad esempio:
profondità follicolare,
diametro della radice,
forma della zona cheratogena.
Questi dati sono indici diretti della “vitalità” del follicolo e del capello.
Quando preleviamo dei capelli con la pinza ne estraiamo anche la guaina interna della radice
Ricordiamo ancora che la guaina epiteliale interna desquama e si perde a livello dell’infundibulo, solo apparentemente inizia subito sopra il bulbo che sembra non avvolgere (se non nelle alopecie cicatriziali), in realtà la sintesi dei mucopolisaccaridi inizia al livello germinativo della matrice.
a) La lunghezza della guaina ci permette di conoscere la profondità del follicolo e del bulbo, poiché la distanza fra l’infundibulo e l’ostio è una misura fissa (mediamente 1,5 mm) mentre è variabile quella fra ostio e bulbo. La profondità follicolare normale per un anagen VI è di circa 5 mm. La profondità follicolare ci da una idea del numero dei futuri cicli vitali di quel capello, sempre che non intervengano impreviste “noxe patogene disturbanti”.
b) La profondità follicolare è chiaramente anche in rapporto con lo stato di cheratinizzazione e quindi con il diametro dello stelo a livello della radice, facilmente misurabile con il microtomo, che diminuisce con il progredire della miniaturizzazione.
c) Al di sopra del collo del bulbo, si vede chiaramente al microscopio polarizzatore la forma della zona cheratogena come una zona triangolare (o conica: “tridimensionalmente”) chiara, questa forma è dovuta alla papilla, inglobata nel bulbo, che “alza” la zona centrale germinativa.
Più il triangolo è acuto, più le cellule della matrice sono attive, più lungo sarà l’anagen in esame.
Più la zona cheratogena è piatta, più breve sarà l’angen in esame poiché evidentemente le cellule germinative si riproducono lentamente, i cicli follicolari sono inibiti (da un calone?) ed il ciclo del capello è quindi più veloce.
Se la corretta forma triangolare della zona di cheratinizzazione è alterata e questa tende ad arrotondarsi od appiattirsi significa che l’inizio della cheratinizzazione è anticipato e che (funzionalmente) la papilla non è integralmente inglobata nel bulbo ma ne è parzialmente distaccata.
Siamo cioè di fronte ad un capello che si sta miniaturizzando ed avrà un ciclo sempre più breve.
Di fatto:
in un effluvio in telogen acuto (telogen effluvio di Kligman) troviamo una zona cheratogena appiattita, ma tipicamente una ottima profondità follicolare,
in un effluvio in telogen cronico (situazione molto comune nella donna intorno a 30 anni) la zona cheratogena è solo arrotondata ma la profondità ed il diametro bulbare tendono a diminuire rispetto ai valori “ideali”,
in un defluvio in telogen androgenetico la zona cheratogena appiattita si accompagna ad un diametro bulbare ed a una profondità del follicolo sempre più scarsa, segno chiaro di progressiva miniaturizzazione.
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