Fili di Poesia…. E forse un’idea per un bigliettino d’amore
e forse un’idea per un bigliettino d’amore.
Nelle sue nere chiome.
Distesa e solenne
Come un manto d’ombra
Sul prato.
Hai fatto prigioniero un re.
Al sole
E si crea sulla nuca un piacere
Che le dà un fremito
Mentre con i pugni leggiadri
Afferra una matassa d’oro
E la luce
Le cola fra le dita.
Per scioglierti sulla schiena
La tua chioma selvaggia,
pian piano te la distenderei,
in silenzio te la bacerei.
Molto, o mia signora, ti darei
Per districarti il nodo
Della tua rossa chioma
Sopra il tuo collo nudo:
lento lento lento te la sbroglierei,
filo per filo te l’aprirei.
(Cuba, XIX sec.)
tutte nude,
ma i capelli
scendevano lungo le spalle
come larghi mantelli d’oro.
(Germania, XIX sec.)
e una fresca rosa;
e la chioma le copriva spalle e schiena
leggera come un’ombra.
Di un bel nero corvino
Scende in giù sopra i fianchi
Dolci e tondeggianti.
E’ una torcia che illumina la notte
Coi suoi lampi di luce viva.
(India, XX sec.)
la bionda chioma,
elegante nella tua semplicità?
Pettinava i suoi capelli d’oro e avrei detto
Che suonasse accordi d’arpa senza credervi
Per tutto questo lungo giorno seduta allo specchio
(Francia, XX sec.)
Ohimé! Ch’io sono all’amoroso nodo
Più bella dell’aurora.
Quando si pettina
Scioglie giù per la schiena
La lunga chioma.
Un giorno verrò all’improvviso
coi lunghi capelli sciolti,
corrimi incontro a piedi nudi!
(Roma, I sec. a.C.)
Di capelli una ciocca tranne questa
Che pensosa ora avvolgo alle mie dita
Nera e lunga com’è e ti dico “Prendi”.
Della mia gioventù fuggì la luce,
più al vento non ondeggiano i capelli,
né più mai più v’intreccio rose o mirto;
sulle guance alle lacrime fanno ombra.
Pendon dal capo dal dolor piegato;
ma pria che il fato forbici accostasse
Amor volle per sé questi capelli.
Prendili. Puro ancor vi troverai
Dopo tanti anni il bacio che mia madre
Nel chiuder gli occhi vi lasciò per sempre.
(Inghilterra, XIX sec.)
Che dormon nella massa dei capelli,
voglio agitarli come un fazzoletto!
La languida Asia e l’Africa rovente
Tutto un mondo lontano e quasi assente,
sono nascosti in te, selva d’aromi!
Mare d’ebano, tu contieni un sogno
Di vele, rematori e alberature,
un porto ove berrà l’anima mia
aromi, suon, colori, a grandi sorsi.
E tufferò la testa innamorata
Nel nero oceano che un altro oceano chiude.
Fluiscon le tue chiome
Che già folte di rose
Ondeggiarono al sole.
Della nera capigliatura quando allunghi le braccia
A grappoli d’uva,
a grappoli d’uva nera
I tuoi capelli sono come
I cedri del Libano,
come i grandi cedri del Libano
Le lunghe notti nere,
le notti in cui la luna non appare,
e in cui le stelle hanno paura,
non sono così nere.
Il silenzio che abita nelle foreste
Non è così nero.
Non c’è niente al mondo
Di così nero come i tuoi capelli
Fammi toccare i tuoi capelli!