Iperandrogenia nei giovani: una nuova ricerca
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Iperandrogenia nei giovani: una nuova ricerca

IPERANDROGENIA NEI GIOVANI,
UNA NUOVA RICERCA

 

 

fase anagen

Al via un progetto del prof. Pasquali dell’Università di Bologna,
sostenuto dalla Provincia di Bologna e dalla Fondazione Centro Studi sulle Calvizie “Cesare Ragazzi”
Gli stati iperandrogenici nell’adolescenza e nella giovane età: questo il titolo di un importante progetto di ricerca del professore Renato Pasquali, direttore dell’Unità Operativa di Endocrinologia del Policlinico S. Orsola di Bologna e della Fondazione Centro Studi sulle Calvizie “Cesare Ragazzi” che, ricorda il Presidente Silvano Fiocchi, “è un ente di ricerca scientifica voluto da Cesare Ragazzi per promuovere, attraverso il confronto tra professionisti appartenenti a diverse discipline, lo sviluppo di conoscenze, tecniche e metodologie in ambito tricologico”.
Si tratta del più rilevante studio mai condotto in questo ambito a livello internazionale; ad esso collaborano personalità di rilevanza internazionale come il professor Giovanni Fav del Dipartimento di Psicologia e la sua collega americana Carol Ryff (University of Wisconsin), mentre la Provincia di Bologna, nel riconoscimento della sua importanza, ha concesso il patrocinio.
Con l’inizio dell’anno scolastico 6000 ragazzi e ragazze in età peri e post-adolescenziale (15-19 anni) che frequentano le scuole superiori delle province di Bologna e Forlì-Cesena sono stati coinvolti in un programma di tipo epidemiologico, in cui interviste guidate e questionari strutturati (Psychosocial Index, Psycological Well-being Scales, Symptom Questionnaire) vengono associati a visite mediche ed esami della composizione corporea: raccolta di campioni di urina, saliva e prelievi di sangue per la determinazione dei principali parametri endocrino-metabolici.
Il fine della ricerca è quello di analizzare le caratteristiche del fenotipo della Sindrome dell’Ovaio Policistico nella popolazione maschile e femminile in giovane età, verificandone i correlati endocrino-metabolici e socio-ambientali degli stati iperandrogenici. L’identificazione dell’associazione fra disturbi nutrizionali e patologie endocrino-metaboliche, così come l’associazione fra iperandrogenismo e alterazione del ciclo mestruale con parametri di tipo nutrizionale e socio demografico, rappresenta un altro degli obiettivi principali della ricerca, il raggiungimento del quale porterebbe a un fondamentale passo in avanti nella cura e nella prevenzione della PCOS.
La PCOS fu definita per la prima volta nel 1935 ad opera di Stein e Leventhal, i quali riportarono l’associazione fra ovaie policistiche e amenorrea, irsutismo, alopecia e obesità. Nel 1990 il National Institute of Health stabilì nuovi criteri diagnostici della PCOS, basati sulla presenza di iperandrogenismo e oligo-anovulazione cronica, con l’esclusione di altre cause (iperplasia surrenalica congenita, tumori secernenti androgeni). Conseguentemente alla conferenza di Rotterdam, tenutasi nel 2003, la diagnosi della PCOS si basa oggi sull’applicazione dei seguenti criteri: esame ecografico pelvico per l’individuazione d’ovaie policistiche, segni clinici e/o biochimici di iperandrogenismo, oligo-anovulazione cronica.
La PCOS rappresenta la forma più comune di patologia da eccesso di androgeni ed è una delle principali cause di infertilità fra le donne in età riproduttiva, e tuttavia molte delle sue caratteristiche, quali la resistenza all’insulina e la iperinsulinemia, sono riconducibili alla MS (Sindrome Metabolica), a dimostrazione del fatto che la PCOS non colpisce esclusivamente donne giovani. Non esistono ancora studi nelle donne in postmenopausa, e rimangono poco definiti gli effetti dell’iperandrogenismo nell’uomo, di cui una delle patologie più comuni è l’alopecia androgenetica (AAM), che solitamente si manifesta dopo la pubertà. Fra i maggiori disturbi della PCOS, oltre a quelli già citati, vi sono l’obesità, che associata all’iperandrogenismo, rende le donne che ne sono affette assai predisposte allo sviluppo del diabete mellitus di tipo 2; l’aumento della produzione ovarica di testosterone; l’iperattività delle gonadotropine; l’oligo-amenorrea; l’acne; l’alopecia, cioè un’anomala perdita di capelli.
Il progetto guidato dal prof. Pasquali, oltre a porsi l’obiettivo di costituire un valido strumento di ricerca, ambisce anche ad assumere una valenza didattica e educativa di cui possono usufruire i ragazzi coinvolti, poiché i disordini nutrizionali e le numerose alterazioni dell’equilibrio biologico, dello stato di salute e delle patologie che da essi conseguono, sono in notevole aumento in Italia, al pari di quello che accade nella maggior parte dei paesi industrializzati.
Al termine del progetto, e delle analisi svolte all’interno di esso, verrà inviata ai partecipanti, o ai genitori in caso si tratti di minori, una relazione riportante i risultati e la presunta diagnosi. Nel caso in cui si verifichi la presenza di soggetti affetti da iperandrogenismo, l’U.O. di Endocrinologia dell’Università degli Studi di Bologna offrirà la possibilità di approfondire le indagini mediante ulteriori analisi ed eventualmente seguire un trattamento specifico.

 

Per informazioni: Dott. Pasquali, Tel. 051/6364147