La Melatonina è arrivata in Italia
(ecco i retroscena)
(a cura della Direzione Scientifica)
Avete visto la novità tra gli espositori in farmacia? É arrivata la melatonina. Proprio lei, la famosa sostanza che induce il sonno naturale e della quale si sono dette mirabilia negli ultimi anni.
Tutti la volevano ma non era chiaro se fosse permessa o vietata: bisognava farsela preparare apposta dal farmacista dietro ricetta medica e già confezionata si trovava solo all’estero.
UNA STORIA POCO CHIARA
Dopo anni che se ne parlava come di un oggetto misterioso, desiderato, contrabbandato e sempre all’indice (almeno così pareva), eccola arrivare come se niente fosse in mezzo a integratori alimentari, dentifrici e pastiglie per la tosse, senza che nessuno abbia spiegato il miracolo.
Tanto clamore prima e adesso nessuno se ne accorge? Peccato, perché la storia della sua ricomparsa è interessante: fumosa, equivoca e poco chiara esattamente come quella del suo (quasi) divieto.
Per raccontarla bisogna fare un passo indietro, a oltre tre anni fa, quando si cominciò a parlare di melatonina e tutti desideravano provarla.
La melatonina era una sostanza naturale e quindi per essere venduta non aveva, in teoria, bisogno di seguire la trafila delle molecole nuove create nei laboratori. Una ditta fece un prodotto a base di melatonina e lo notificò al Ministero della Sanità come integratore alimentare (come si fa per quasi tutte le sostanze naturali).
Secondo le norme vigenti, il Ministero ha poi tre mesi di tempo per fare obiezioni, suggerire modifiche o manifestare dissenso, passati i quali ed in assenza di comunicazioni il produttore ha il diritto di porre in vendita la sua formulazione. Così avvenne e quella melatonina arrivò in farmacia (non doveva essere l’unica: altri produttori avevano notificato prodotti simili e stavano aspettando i tre mesi di rito).
Dopo pochi giorni accadde un fatto singolare: il Ministero ingiunse al produttore di sospenderne la vendita finché sulla melatonina non vi fosse stata prima una valutazione ufficiale di una commissione scientifica a ciò preposta. In pratica, il Ministero si rimangiava la parola e non potendo tornare su decisioni prese (in un momento di distrazione?) diceva: “Aspettate un parere ufficiale su questa sostanza prima di venderla”. Perché? Forse perché era un argomento di moda e se ne parlava tanto? I maligni insinuano: “perché la melatonina, essendo la sostanza che induce naturalmente il sonno nell’organismo, era un pericolo per i produttori di tranquillanti e sonniferi; e questi chissà quali pressioni avevano fatto per renderne difficile l’acquisto da parte del pubblico”. Comunque sia tutto si bloccò. Poi recentemente in una delle sue apparizioni televisive, durante le polemiche sulla cura Di Bella, il Ministro della Sanità affermò che la melatonina era un integratore alimentare. Allora i vari produttori che da tre anni tentavano di vendere melatonina colsero la palla al balzo e dopo qualche battibecco con il Ministero si rivolsero al TAR del Lazio il quale, dopo aver valutato la questione, deliberò che, essendoci già un assenso del Ministero la melatonina poteva essere venduta come integratore alimentare; il Ministero stesso avrebbe potuto domani ritirarla se si fossero manifestati dei problemi, ma per il momento non poteva imporre di aspettare.
COLPA DELLA DISTRAZIONE
I soliti maligni insinuano ancora: “le cose sono andate così perché le grandi industrie che prima temevano per le vendite delle loro benzodiazepine ora sono tutte concentrate a vendere pillole dell’amore e Viagra per capelli e non si perdono in battaglie di retroguardia”. Per cui, se nessuno mette i bastoni fra le ruote, ecco la melatonina sul banco della farmacia. Altri dicono che è una vittoria dei magistrati. Rallegriamoci per com’è finita questa storia, ma rimangono alcune amare riflessioni su come vanno le questioni sanitarie nel nostro Paese. Comunque la si veda.