Quanto costa perdere i capelli in Europa?
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Quanto costa perdere i capelli in Europa?

In termini psicologici e sociali
Quanto costa perdere i capelli in Europa
 

 

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E’ un quadro in chiaroscuro e pieno di contraddizioni quello che emerge dal primo studio paneuropeo sull’impatto psicologico della caduta dei capelli negli uomini, condotto dall’Istituto di Ricerca Gallup con il contributo della Merck, su un campione di oltre 1.500 uomini tra “calvi” e “capelloni” di età compresa tra i 18 e i 45 anni. L’indagine è stata svolta attraverso interviste telefoniche in profondità della durata di 14 minuti condotte in Germania, Francia, Italia, Spagna e Regno Unito. In Italia i 301 soggetti (di cui 141 “calvi” e 159 “capelloni”) sono stati intervistati a Milano, Torino, Venezia, Roma, Napoli e Palermo, per offrire uno spaccato molto attendibile del complesso rapporto che si instaura in ogni uomo tra chioma e benessere psicologico. In Europa la caduta dei capelli, vissuta o anche solo ipotizzata, è sentita in maniera molto forte. Da caratteristica estetica a tratto fondamentale della personalità del soggetto, con pesanti ripercussioni sulla vita di relazione, questa in generale la considerazione del problema calvizie, con qualche differenza culturale tra i vari paesi, soprattutto l’Italia. Per quasi tre europei su quattro infatti, i capelli rappresentano un elemento fondamentale nel definire la bellezza del volto e influiscono pesantemente sulla capacità di attrarre le altre persone. Per un maschio su due inoltre, la calvizie è il segno indelebile dell’avanzare della vecchiaia. Forse anche per questo ben oltre il 40% degli intervistati si dichiara molto preoccupato all’idea di diventare calvo, soprattutto inglesi, italiani e tedeschi. I primi si dichiarano spaventati all’idea di invecchiare, gli altri, soprattutto gli italiani, di perdere un elemento fondamentale del proprio fascino latino. La situazione si fa ancora più delicata passando alla relazione di coppia. Un europeo su tre dichiara che la propria partner è decisamente preoccupata dalla caduta dei capelli, addirittura in Italia ben 7 intervistati su 10 ammettono che il partner non considera affatto sexy la “pelata”. Per gli uomini del Bei Paese con problemi di capelli, insomma, c’è di che essere agitati, anche perché sotto questo profilo i dati dimostrano che siamo i primi d’Europa, con il 70% degli Italiani preoccupati delle ricadute sessuali della calvizie contro una media continentale di appena il 50%. E le cose non sono certo più semplici per i single con problemi di capelli. A conferma di quanto sia importante una folta chioma per essere considerati attraenti, 2 europei su 10 dichiarano che la calvizie crea non pochi problemi nell’approccio con un nuovo partner. Addirittura uno su tre è convinto che gli uomini con una folta chioma riescano ad attrarre donne più piacenti rispetto a quelli con pochi capelli. Contrariamente a quanto solitamente si dice quindi, calvo non vuoi dire affatto “sexy”, per la maggioranza degli europei. Grande importanza va dunque riconosciuta alla cura dei capelli, oltre il 30% degli intervistati ammette infatti di in vestire molto nella cura della propria chioma, subito dietro solo alle attenzioni dedicate alla cura del corpo e del viso. Un dato a parte però è quello ottenuto dalle interviste condotte in Italia. Molto preoccupato degli effetti della caduta dei capelli sulla vita sessuale il latin lover nazionale dichiara però di investire ben poco nella cura della propria chioma(solo il 19% delle risposte contro una media europea del 33%). Semmai cura con particolare attenzione la depilazione del corpo, per la quale siamo addirittura i campioni europei, con circa il 40% di emuli di Ottusangolo del Grande Fratello contro una media continentale di poco superiore al 10%. Anche passando alle strategie messe in atto per minimizzare l’impatto della caduta dei capelli gli italiani si rivelano del tutto originali. Contro una media europea del 33% degli uomini pronti a rasare i capelli al primo cenno di stempiatura (addirittura più di un inglese su due), all’ 11% che dichiara di preferire. un cappello o un berretto alla “pelata” e al 13% disposto ad impegnarsi ancora di più nella cura del corpo, gli italiani sembrano rassegnati all’inevitabile. Solo uno su tre dichiara di essere disposto a rasarsi i capelli in caduta, meno di uno su dieci curerebbe di più il fisico in generale e poco più dell’uno per cento, ben sotto la media europea, cambierebbe la propria immagine con abiti alla moda, occhiali vistosi o piercing. Solo per quanto riguarda barba e pizzetto, quasi a compensare l’assenza di peli dalla sommità del capo, gli italiani si dimostrano più vicini alle medie europee, quasi un intervistato su dieci (poco meno del 10%).Apparentemente, quindi, la rassegnazione nei confronti del tempo che passa e dei capelli che cadono parrebbe invincibile, eppure, sotto sotto, non è così. Gli italiani sono infatti in cima alla classifica di quanti hanno provato nella loro vita un trattamento mirato per combattere F alopecia. Solo due su tre dichiarano di non avere mai tentato nulla, contro una media europea che supera abbondante mente il 70%. Ma purtroppo quasi un maschio su tre in Italia ha abbandonato il trattamento, insoddisfatto dei risultati, contro una media europea inferiore al 20%. Quindi, anche se spesso fa finta di non pensarci, il latin lover presta una grande attenzione alla caduta dei capelli. Ma sbaglia l’approccio al problema, mettendo in cima alla lista dei rimedi anticalvizie la credenza popolare che tagliare i capelli li rinforza, accompagnata da una ingiustificata fiducia nelle lozioni vendute dal parrucchiere e dal farmacista, nelle vitamine, nei trattamenti naturali, nei massaggi per la circolazione del cuoio capelluto e nei rimedi domestici. . .e naturalmente rimane deluso. E invece la soluzione esiste, basterebbe rivolgersi ad uno specialista dermatologo, in grado di consigliare il rimedio più indicato per ogni problema di capelli.