Andrea Marliani, poesie
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ANDREA MARLIANI
… Le Poesie …

RICORDO
Eri con noi allora, quando nel silenzio benediceva il Signore
E il fratello guardava il fratello con occhi d’amore.
Per valli sconfinate di infinito silenzio,
Per boschi aulenti della resina dei pini
La pallida luce della luna illuminava il tuo volto;
Ricordi?
Ora i tuoi occhi sono pieni di terra;
E ride il teschio il riso della morte.
Ma io so che sei ancora con noi
E corri fra l’onde dei prati assolati nel vento;
Tu sei la corrente del rivo sotto le stelle,
Il lamento della brezza fra i rami,
Iì brontolio della tempesta; Franco.

 


 

UOMO
Arranco avanti come un cieco pazzo
Nel buio di una notte che non conose stella.
Avanzo per una strada che non so dove porti.
Qualcosa mi spinge.
Almeno sapessi dove porta questa strada ignota!


 

FOGLIE SPARSE
Oltre un viale fangoso perso nell’eternità,
Oltre le mura alte del cimitero,
Città di morti,
Fra quelle tombe aperte dai muschi,
Coperte di foglie,
monito di vita all’uomo mortale,
E’ l’eternità!
E’ l’aldilà!
E’ l’uomo!


 

EVASIONE
Odo laggiù nella notte
Il treno passare veloce,
Dal letto, sull’ali del sogno,
Voto lontano con quello
E insieine al corpo mortale
Lasciati i dolori e gli affanni
Padso su valli infinite
Vivendo la vita interrotta.
Sol ora, ebbro d’immenso,
Riempio i polmoni di gioia
E godo!
Sperduto nel dolce torpore del cielo.


 

TANATOS ATANATOS
Morte:
Non c’è calice
Che ne contenga le lacrime;
Non c’è acqua
Che spenga il fuoco del suo sudario;
Non c’è fiera che la trattenga
Né colomba, che beva il sangue della terra.
Ma non la temere!
Amico,
Non brucia il fuoco dei sepolcri.
Non la odiare!
Solo lei dà senso alla tua vita.


 

LA STRADA
La fuga infinita di una strada sperduta nel sole
Mi chiama.
E’ il ricordo di dolci valli montane
Ovee di notte ci fermavamo ad ascoltare il silenzio,
E’ il ricordo delle tende leggere sotto le stelle
O della tiepida luce del fuoco
Che illuminava i vostri volti silvestri,
Fratelli!
Ma ora voi non siete più con me
O io non sono più con voi.
Sono riniasti solo i luoghi che ci videro stanchi
E felici;
Luoghi deserti.
Mia la strada mi chiama ancora.


 

SOLO
La notte
Di lacca pesante
S’avanza,
M’incalza,
M’opprirme.
Un altro giorno è passato.
Mi guardo d’intorno ed ancora son solo…
Solo con me: anima inquieta.


 

NELL’IO
Goccia di rugiada sulla riva del mare
Mi sono smarrito frugando nell’Io.
Cercando me stesso mi sono smarrito.
Ascoltando il grido
Dell’eco di silenzio di angoli contrapposti
Ho finito di udire.
Ho finito di vedere
Abbagliato da mille soli.
La luce di immenso finisce di distruggere
Ciò che resta della carne di un uomo.


 

COME IL VENTO
Non mi resta di te che uno spento ricordo,
Ricordo di una bimba che amai,
Dei tuoi occhi nei miei,
Di un dialogo muto.
Sei passata,
Come il vento sull’erba.


 

DECIMA MUSA
Le stelle intorno alla bella luna
Celano il loro volto luminoso
Quand’essa, piena, al colmo,
Tutta risplende argentea sulla terra*:
Cosi tu, Saffo divina,
Oscuri con la tua luce
Del tiaso le dolci compagne.
Il molle Eros, signor degli dei,
Vive con te in perfetta armonia
E la bella Afrodite, dalla bocca di rosa,
Giace conte su un talamo ombroso.
Il tempo è passato,
Ma tu sei ancora presente
Giglio rosso mosso dal vento,
Ora vivi in eterno;
Odore d’ambrosia spira dalle tue chiome
Vai! Divina,
VoIa!
Sorridi!
Saffo decima musa.
*(questi primi quattro versi sono di Saffo: fr. 34)


 

RAPTUS
Su tutto si stende la notte.
Silenzio di cieli sepolti
Sulle creste dei monti.
Il vento
Che solca le erbe senz’anima
Sotto la luna,
E le piega e le lascia,
Mi sfiora,
Mi parla il suo muto linguaggio,
Mi scava e mi forma,
Dolce e potente
S’innesta al mio sangue,
Mi sgretola,
Mi trascina sua lira
Nell’alto della notte,
Lira della notte senza mondo
Nell’attenuarsi dell’Io
In muta dissonanza.
Niente nel tutto,
Parte del tutto in perfetta armonia


 

DACKAU
Crescono fiori, oggi, sul campo di morte,
Morto, di Dackau.
Fra il cemento ed i reticolati rugginosi
Crescono fiori.
Dinanzi i forni spalancati
Per sempre
Corone di fiori.
Sulla strada fra le baracche
Gente d’ogni paese osserva muta
Il campo consacrato dal sangue.
Sulle baracche
Le voci di migliaia di uomini,
Un grido,
Una preghiera:
Che ciò che è avvenuto qui
Non sia mai più.
Crescono fiori sul campo di morte:
La vita continua.


 

ED IO TI CERCO
Lento affoga il mio canto nella Luna
Il dolore spezza la lira al poeta
E la rabbia mista a lacrime di neve
Si fa strada dalle profondfità dell’Io
La tua ombra talvota insidia i miei sonni
E spesso si volge il mio pensiero al tuo amore
Ma la mia vce cade nella notte
Che non ha orecchie da udire.
Ed io ti cerco,
Scavo nel vento della notte,
Nell’oceano profondo della Luna
…invano.


 

UN AMORE
Brevi baci,
Calde tumide labbra,
Un amore…
Che l’alba disperse
Fra l’ombre della sera


 

DESIDERIO
L’ape ha fatto il miele sulle sue labbra
Fiore di rosa lontano sbocciato
Lontano troppo da me.


 

INCUBO
Hanno tagliato le ali ad una rondine,
Hanno mandato un uomo alla fronticra;
Un fucile in spalla,
Una pietra nel petto,
E via
Lungo una rossa strada lontana.
Rosso su rosso,
Sangue su sangue.
Un nuovo olocausto chiede il dio della guerra.
Dalle tenebre qualcuno grida,
Un grido di luce si staglia sul nero,
Un uomo cade la faccia nel fango,
La bocca piena di sassi,
Le mani piene di sangue.
Poi ancora nero,
Poi rosso,
Poi nulla.
Il sabba continua.


 

INCUBO II
Un guizzo di luce è
La fine di un breve lamento;
Lo splendore accecante di un lampo
Consuma la fine di Dio
E un cristallo di sole
Gela il cuore dell’uomo.


 

INCUBO III
La luce azzurra di un fiore di morte
Nel cielo ha acceso una stella
Un robot dal cuore di ferro
Ha soffocato in un lampo
La fiamma tremante dell’uomo.


 

(nessun titolo)
Nell’erba verde dei prati
Insieme schernimmo l’amore
E il rosso fulgore dei sensi
Spense i raggi guizzanti dell’ultimo sole.
Verdi prati…
Tramonti lontani…
Amori mai morti…mai nati…
Al calar della sera.
L’ombra freme cadendo sui seni rotondi,
Sui prati già verdi e lontani.
Freme al vento la pelle, la carne…
Il pensiero vola, a lei che non ho.


 

NOI
Sotto i raggi del rosso Sole nascente
Sui colli portiamo fronde d’olivo
E tenendoci per mano ci chiamiamo fratelli.
Voi, vecchi, ci guardate scuotendo la testa
Pei nostri lunghi capelli, la nostra vita sincera:
Noi, ricostruiamo il mondo,
Noi, non piangiamo il passato,
Noi, siamo i primi uomini.


 

PARENTESI
……………………………………………………………………
E conobbi la luce.
Mi dissero che ero vivo ,
Mi dissero che ero un uomo.
Ho lottato,
Amato,
Odiato,
Poi…
Ancora, l’ineffabile nulla.
…………………………………………………………………….
Non ricordo di esser nato mai.


 

PREGHIERA
Se ti sfiora il vento
nella notte,
Se accarezzi un fiore
con le dita,
Se fissi gli occhi
nel silenzio
Ecco…
Allora conosci il Signore.

(senza titolo)
La luce mi inonda.
E’ la vita.
Stringo fra le dita
l’acqua della gioventù.

(senza titolo)
Verrà…
Verrà l’autunno con tutte le sue foglie
E mi trascinerà con se.
Camminerò nel tempo Vivendo di ricordo,
Larva di uomo
All’ultimo tramonto,
E mi gelerà l’inverno,
Con la sua fredda morta terra
Come un seme, fino a primavera.

(senza titolo)
Mordi il frutto della gioventù
Cogli la vita
…troverai l’amore,
Tra le dita.


 

IL PRIMO NATALE
…Una manciata di terra,
Una scintilla di fuoco,
Un soffio di vita divina,
Un pizzico di follia.
Così JAEL, Signore dell’ Universo
Creò l’uomo a sua immagine…