L’osservazione dello stelo del capello
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L’osservazione dello stelo del capello

L’osservazione dello stelo del capello
al microscopio a luce polarizzata

Marino Salin e Andrea Marliani
Firenze
 

La microscopia in luce polarizzata, tecnica tradizionale della mineralogia, è diventata ormai di indiscussa utilità diagnostica anche in tricologia.
La cheratina, proteina sequenziale e ripetitiva, ha la proprietà dei cristalli di provocare ritardi d’onda nel fascio di luce bianca polarizzata che la attraversa ed il capello appare al microscopio come tridimensionale, luminoso e colorato su uno sfondo nero.
Si hanno ritardi d’onda (cioè colori di polarizzazione) dovuti al pigmento contenuto nella cheratina, ritardi dovuti allo spessore della cheratina ed altri dovuti al suo orientamento cristallografico.
I colori derivano quindi dalla reciproca interferenza fra raggi di luce che impiegano tempi diversi (ritardi d’onda) per passare attraverso il capello, mostrando così bande di aggregazione diverse della cheratina.
Queste interferenze, cioè ritardi e colori, permettono di apprezzare la struttura interna di un capello e forniscono dati sicuri per valutazioni altrimenti solo ipotizzabili.
Il ritardo d’onda è riconoscibile in base alla scala dei colori di Newton:

 

 

 

Distinguiamo subito:

1) l’osservazione di uno stelo a livello del fusto,
a) bianco naturale,
b) colorato naturale,
c) colorato artificialmente,

2) l’osservazione di uno stelo all’altezza presupposta dello sbocco del follicolo sulla cute

1) osservazione di uno stelo a livello del fusto.

a) L’osservazione di uno stelo di capello bianco naturale non comporta problematiche particolari grazie alla interpretazione delle bande fatta sulla base della scala dei colori di Newton:
un capello intatto normale e bianco naturale (non colorato) si presenterà giallo alla cuticola (50 micron), poi rosso (70 micron) alla corteccia, poi blu vicino al midollo (90 micron), poi verde (120 micron) nella sua zona più spessa. Va detto che fra difficilmente un capello raggiunge i 120 micron di diametro, forse solo nella razza mongola. Lo spessore di un capello europeo è di circa 50 – 80 micron.

 


capello “intatto” bianco
 

un capello bianco che ha subito una danno leggero nella struttura cristallina, ad esempio da eccessivi lavaggi alcalini, si presenterà più “vuoto”, giallo e rosso (perdendo i colori di polarizzazione verde e blu), un capello bianco che ha subito un danno più forte si presenterà con colore dominante giallo,

 



capello “danneggiato” da trattamenti chimici e fisici
 

un capello artificialmente bianco, cioè decolorato, che ha completamente perso la struttura cristallina, non presenterà più colori di polarizzazione e si mostrerà al microscopio come bianco – diafano.

 



capello decolorato
 

b) L’osservazione di un capello colorato, di colore naturale (nero, castano, rosso, biondo), evenienza assai più frequente nella pratica clinica, mostrerà invece tutti i colori di polarizzazione fino al verde perché, in questo caso, la cheratina contiene i pigmenti naturali, le melanine, che faranno variare, rallentandola, la velocità dell’onda di luce polarizzata, e non sarà possibile alcuna valutazione senza che il microscopio sia corredato di un oculare micrometrico, così da conoscere il reale diametro del capello in esame.

 



capello biondo “intatto”
 

Il “colore di compensazione” sarà determinato dalla frequenze dei colori visibili durante la rotazione del vetrino e ogni colore comporterà l’appartenenza della cheratina ad uno specifico ordine strutturale e molecolare.

 



visione col micrometro di un capello danneggiato dal calore
 

Come già detto, solo conoscendo con il micrometro il vero spessore del capello in esame, la relazione:

 

Ritardo = Pigmento
Birifrangenza = colore _______________________________
Spessore = Diametro
 

permetterà di abbinare ad ogni colore la qualità, della cheratinica in esame.

c) L’osservazione di un capello colorato artificialmente, presenta solo in parte le problematiche interpretative di un capello di colore naturale e questo lascia vedere i granuli del pigmento artificiale, non melanico, fra le squame della cuticola e nella parte più superficiale della corteccia.

2) Osservazione di uno stelo all’altezza presupposta dello sbocco del follicolo sulla cute.

All’altezza presupposta dello sbocco del follicolo sulla cute si potrà valutare la presenza di “tappi dell’ostio”. I tappi dell’ostio potranno essere di due tipi:
a) tappo corneo: si presenta come un cono che avvolge il capello con scaglie raggrumate irregolarmente, con sebo molto duro che trattiene le squame cornee, è tipico di situazioni patologiche che comportano ipercheratosi come la cheratosi pilare, la psoriasi, il lichen etc.

 



“tappo” corneo
 

b) tappo sebaceo: si presenta, sempre all’altezza presupposta dell’ostio follicolare ed appena al di sopra delle guaine, molle senza tracce di scaglie cornee, abbastanza consistente, è tipico della seborrea, della dermatite seborroica e del defluvio androgenetico.

 



“tappo” sebaceo
 

BIBLIOGRAFIA

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