Un semplice test per il riconoscimento di oppioidi nella forfora
RICONOSCIMENTO DELLA PRESENZA
DI OPPIOIDI NELLA FORFORA
Paolo Gigli, Marino Salin ed Andrea Marliani
Società Italiana di Tricologia
Firenze
Per forfora o pitiriasi del capo, si intende un aumento della desquamazione di cellule cornee a livello del capillizio, squame visibili che ricoprono il cuoio capelluto e si staccano spontaneamente.
La squama è un prodotto dello sfaldamento dello strato corneo frammista a grassi e sudore.
In condizioni di assunzione di oppioidi, tale sfaldamento si effettua con ritmo più serrato e si manifesta con distacco di ammassi cellulari talvolta voluminosi che conducono ad una anomala desquamazione simile alla comune dermatite seborroica.
Ebbene l’uso di sostanze stupefacenti è una storia scritta nella forfora di un individuo.
Il metodo, non quantitativo, che presentiamo è semplice, alla portata di tutti e presumibilmente mostra la presenza di residui di oppioidi dopo assunzione di sostanze stupefacenti, superando molti dei limiti legali dei test sulle urine o sul sangue.
La forfora viene raccolta con un pettine e posta fra due comuni vetrini portaoggetti.
Viene poi esaminata ad un comune microscopio munito filtri polarizzatori. Vedete la posizione dei filtri.
Al microscopio in luce polarizzata la comune forfora appare bianca micacea,
e, per ragioni che non conosciamo, solo la forfora di chi assume oppioidi appare scura antracite.
Possiamo pensare che le ghiandole sudoripare eccrine, che sono anche escretrici di sostanze estranee all’organismo, come farmaci e tossici, facciano finire nella forfora gli oppioidi e che questi siano in grado di deviare il piano ottico di vibrazione della luce dando questo tipo di immagini.