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La S.I.Tri. entra nella FISD

La S.I.Tri. entra nella FISD

Brescia, 26 maggio 2025

La Si.Tri. entra nella neonata Federazione Italiana delle Società di Dermatologia

Una svolta storica per la Dermatologia italiana: unite per un obiettivo comune

La Società Italiana di Tricologia (Si.Tri.) è orgogliosa di annunciare la sua adesione ufficiale alla Federazione Italiana delle Società di Dermatologia, un progetto ambizioso e atteso da anni che oggi, finalmente, prende vita con una firma storica a Brescia.

Le principali società dermatologiche accreditate presso il Ministero della Salute hanno deciso di unirsi in una Federazione che le rappresenti in maniera compatta e sinergica, con l’obiettivo di:

  • fare rete per ampliare e condividere le conoscenze scientifiche in ambito dermatologico;
  • coordinare e promuovere la ricerca;
  • rafforzare il ruolo della dermatologia nei tavoli istituzionali;
  • farsi portavoce delle esigenze dei pazienti, tutelandone diritti e bisogni.

Un risultato reso possibile grazie alla determinazione del Prof. Giuseppe Argenziano, che con passione e lungimiranza ha saputo coinvolgere tutte le società specialistiche, e all’insostituibile contributo del Notaio Fiordiliso, che ha perfezionato e consolidato l’atto costitutivo con rigore e precisione, rendendolo un documento solido e condiviso. In un clima di entusiasmo, amicizia e collaborazione, le società hanno brindato alla nascita di questa nuova alleanza scientifica che apre una nuova era per la Dermatologia italiana. Oltre alla Si.Tri., aderiscono alla Federazione: SIDeLF, SIDCO, ADI, SIDAPA, SIDeMaST, ADMG, ISPLAD, SIDERP, AIDNID – a testimonianza di una rete multidisciplinare e integrata che punta all’eccellenza.

“È la migliore notizia del secolo per la nostra disciplina”, dichiara la presidenza della Si.Tri. “Uniti possiamo davvero costruire una Tricologia più forte coadiuvata da un supporto scientifico Dermatologico indispensabile e  capace di rispondere alle sfide cliniche, scientifiche e sociali con un’unica voce, autorevole e al servizio della comunità.”

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Nuovo progetto Tricologia Oncologica

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Tricologia Oncologica è un progetto nato dall’unione di medici, ricercatori e professionisti della salute, con un obiettivo condiviso: offrire un supporto concreto alle persone che affrontano un percorso oncologico. Tutto parte dalla perdita dei capelli, uno dei segni più evidenti e spesso più dolorosi della malattia. Ma intorno a questo cambiamento ruotano molti altri aspetti — la pelle, l’immagine di sé, l’energia, la vita intima — che meritano attenzione, delicatezza e cura.

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Trova il Chirurgo Tricologo

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In questa sezione puoi trovare l’elenco dei Medici Chirurghi Tricologi iscritti alla Società Italiana di Tricologia che eseguono interventi di Autotrapianto di capelli.

 

TROVA IL CHIRURGO TRICOLOGO

 

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Fight The Fight

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Sempre più persone si recano all’estero per eseguire un trapianto di capelli.

Siete sicuri che chi vi opera sia sempre un medico chirurgo abilitato?

Unisciti alla nostra battaglia contro i trapianti di capelli eseguiti da personale non Medico e non autorizzato.

La ISHRS Società Internazionale di Chirurgia della Calvizie ha lanciato una campagna denominata FightTheFight volta a combattere l’abusivismo e l’illegalità in questo settore. Sempre più spesso veniamo a conoscenza di cliniche estere in cui vengono eseguiti interventi di Chirurgia della Calvizie da personale non autorizzato. La Chirurgia della Calvizie è un vero e proprio intervento Chirurgico e deve essere sempre eseguito da un Medico Chirurgo abilitato e iscritto all’ordine dei Medici.

Il paziente deve essere informato delle modalità dell’intervento e da chi effettivamente viene eseguito.

 

Leggi più informazioni su questo problema globale

 

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La Tecnica FUE cambia nome

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LA TECNICA FUE CAMBIA NOME

E’ STATO MODIFICATO IL SIGNIFICATO DELL’ACRONIMO DELLA POPOLARE TECNICA CHIRURGICA DI AUTOTRAPIANTO FUE. L’AZIONE DELLA SOCIETA’ INTERNAZIONALE, DI CUI LA SOCIETA’ ITALIANA (SITRI) E’ PARTE ATTIVA, E’ FINALIZZATA AD UNA CHIARA COMPRENSIONE DELLA NATURA CHIRURGICA DELLA PROCEDURA STESSA DA PARTE DEI PAZIENTI

L’ISHRS E LA SITRI annunciano che il nuovo significato del termine FUE è da oggi
Follicular Unit Excision

GENEVA , IL. – 6 marzo 2018

L’International Society of Hair Restoration Surgery (ISHRS) ha annunciato oggi che è stata aggiornata la terminologia riguardante la tecnica di autotrapianto di capelli noto come FUE il cui la lettera E perde il significato di “estrazione” ed assume il significato di “escissione”.
Il termine FUE andrà d’ora in avanti tradotto come “ESCISSIONE DI UNITA’ FOLLICOLARI“, o mantenendo l’abituale inglecizzazione come “FOLLICULAR UNIT EXCISION

Questo cambiamento è guidato dalla necessità di enfatizzare l’effettivo aspetto chirurgico della procedura, specialmente per quei pazienti, nei cui paesi, il termine “estrazione” ha implicazioni non chirurgiche. Questa decisione ha già ricevuto il pieno supporto e la completa accettazione da parte dei chirurghi di tutto il mondo che praticano la procedura.

“Rendere questa terminologia più precisa sotto il profilo scientifico, clinico e chirurgico ha lo scopo di chiarire che la rimozione chirurgica di un innesto contenente unità follicolari con tecnica FUE comporta una escissione dei tessuti“. Questo è quanto ha affermato Ricardo Mejia, MD, membro del Board dell’ ISHRS e Presidente del Comitato costituito ad hoc sui temi riguardanti la Pratica Illegale della Medicina. “L’intervento di autotrapianto è una procedura sicura ed estremamente efficace per correggere la calvizie quando viene eseguita da chirurghi specializzati; tuttavia è ,a tutti gli effetti, un intervento di chirurgia estetica e qualsiasi tentativo di minimizzare i significativi aspetti chirurgici della FUE, al fine di apparire meno invasivi, è fuorviante e potenzialmente pericoloso per i pazienti “.

Il sondaggio effettuato dall’ISHRS nel 2017, ha evidenziato che nel 2017 sono stati eseguiti in tutto il mondo 635.189 interventi chirurgici di autotrapianto dei capelli con un aumento del 60% rispetto al 2014. Esistono due tecniche comunemente note per il prelievo dei capelli dall’area donatrice: uno è noto come FUT o STRIP , nel quale è prelevata una sottile striscia unitaria e l’altro è il metodo da oggi noto come escissione delle unità follicolari (FUE). Quest’ultimo è diventato sempre più popolare in tutto il mondo, spesso sostenuto da aggressive campagne di marketing provenienti da aziende produttrici di dispositivi medici che supportano la procedura FUE, le quali cercano di vendere i loro strumenti chirurgici. Il sondaggio ISHRS ha rilevato che la maggior parte dei membri di questa società (92,5%) ha riferito di eseguire personalmente l’escissione delle unità follicolari (FUE) sui propri pazienti e che, quando possibile, viene discussa con i pazienti la scelta circa il tipo di tecnica di prelievo più idonea.

Nel corso di un autotrapianto eseguito con tecnica di escissione delle unita follicolari (FUE), i piccoli e naturali raggruppamenti di capelli presenti in natura (le unità follicolari) vengono singolarmente asportati con un micro bisturi circolare (punch). Una volta raccolti saranno trasferiti nell’area affetta dalla perdita di capelli ove essi conservano le loro caratteristiche intrinseche di permanenza. Questa tecnica altamente specializzata ha guadagnato popolarità nel corso degli anni perché non implica punti di sutura e non lascia una cicatrice lineare. Per il prelievo vengono creati piccoli fori a tutto spessore, spesso migliaia di essi. Questi fori vengono lasciati aperti per guarire con piccole cicatrici che esiteranno in piccole macchioline rotonde. La creazione di queste piccole ferite aperte costituisce la natura chirurgica della procedura.

Il dott. Mejia ha spiegato che negli ultimi 15 anni, il termine “estrazione” è stato usato per minimizzare la natura chirurgica di questo intervento al fine di implicare una procedura non chirurgica che in quanto”estrazione” di peli, lasciava erroneamente intendere che questi fossero strappati fuori dal cuoio capelluto senza chirurgia. Questo messaggio fuorviante ha dato origine all’espansione mondiale della chirurgia di escissione delle unità follicolari (FUE) eseguita da personale non medico e senza licenza. Ciò ha generato un mercato nero per il trapianto di capelli che ha provocato gravi danni estetici con cicatrici e perdita di capelli , infezioni e persino morti.

Il dott. Mejia ha affermato che: ” l’ISHRS quale autorità leader a livello mondiale per il trattamento e il ripristino della calvizie, si sente profondamente responsabile dell’educazione dei cittadini; intende quindi supportare la sicurezza dei pazienti, promuovendo la verità nella pubblicità ed informando correttamente i pazienti riguardo tutte le opzioni, sia chirurgiche che mediche, a loro disposizione”. Inoltre, ha poi continuato “La modifica della terminologia FUE è un altro modo mediante il quale possiamo chiarire ai pazienti la vera natura chirurgica della procedura affinchè possano prendere decisioni migliori riguardo la scelta del medico e della tecnica chirurgica evitando altresì di pagare inavvertitamente un intervento chirurgico eseguito da una persona non autorizzata alla pratica della medicina “.

L’ISHRS ha creato una pagina web rivolta all’educazione dei pazienti, che fornisce un elenco di domande si dovrebbero porre quando questi ultimi cercano un medico, https://www.ishrs.org/article/consumer-alert.

Informazioni sull’ ISHRS
L’International Society of Hair Restoration Surgery (ISHRS) è un’associazione medica globale senza fini di lucro ed è l’autorità leader nel trattamento e nel ripristino della calvizie con oltre 1.200 membri in 70 paesi in tutto il mondo. In particolar modo l’ISHRS mira raggiungimento risultati di eccellenza nella cura dei pazienti, promuovendo i più alti standard di pratica ed etica medica contribuendo attivamente alla ricerca nel settore della cura e della chirurgia della calvizie. L’ISHRS fornisce inoltre un’educazione medica continua ai medici specializzati nella chirurgia dei trapianti di capelli e si impegna a fornire ai tutti coloro che soffrono per la perdita dei capelli informazioni sempre aggiornate sui trattamenti medici e chirurgici inerenti la calvizie maschile e la calvizie femminile. L’ISHRS è stata fondata nel 1993 come prima società internazionale al fine promuovere un miglioramento continuo della qualità e l’istruzione per i tutti professionisti che lavorano nel settore della chirurgia della calvizie.

Per ulteriori informazioni e per individuare un medico, visitare www.ishrs.org.
Segui ISHRS su Twitter @ISHRS.

Informazioni sul sondaggio
Condotto da Relevant Research, Inc., di Chicago, IL, USA, il Censimento riguardante l’attività dei membri ISHRS 2017 è una raccolta di informazioni fornite esclusivamente dai medici partecipanti. Le informazioni pubblicate in questo sondaggio sono state elaborate partendo da dati reali e non includono alcuna informazione proiettata. Il margine di errore per il campione ha un intervallo di confidenza compreso tra il più e il meno 4,9 ed un livello di confidenza del 95 percento. Il “Practice Census Report 2017” prodotto dall’ ISHRS, è disponibile al link Hair Restoration Statistics.

Traduzione a cura del Dr. Piero Tesauro PhD
Presidente SITRI

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Ciclo del Pelo

La Durata del Ciclo del Pelo

La durata del ciclo del pelo varia nelle diverse regioni corporee.
Al cuoio capelluto ed alla barba il ciclo dura fra 3 a 6 anni ed è occupato quasi totalmente dall’anagen 6°, con un periodo di circa tre mesi occupato dal catagen e dal telogen; le regioni temporali ed occipitali, in relazione ad una maggiore profondità follicolare ed ad un più accentuato (alto) cono di mitosi (vitalità), hanno il periodo catagen/telogen più lungo rispetto alle regioni del vertice e fronto-parietali.

Ciglia, sopracciglia, regione del pube ed ascelle hanno un pelo con durata del ciclo è molto più breve ed, in queste zone, il periodo catagen/telogen è più lungo dell’anagen. La diversa durata delle fasi e del ciclo nei diversi distretti cutanei rende conto di alcune caratteristiche della patologia pilare come della difficoltà nella terapia della alopecia areata temporale e della nuca (zone ad anagen lungo).

A differenza di altri mammiferi, nell’uomo ogni pelo ha un suociclo individuale, a mosaico, nell’ambito della sua “unità follicolare”: un gruppetto ad isola di 3 – 7 follicoli, distinto da fasci connettivali ed epiteliali, che in ogni zona pelosa ha vita quasi autonoma e regolata da ormoni paracrini, ben distinta dalle altre unità follicolari che via via sono sempre più lontane. Questo può far intuire perché l’alopecia areata è “areata”.

Fa eccezione alla normale regola dei cicli a mosaico il primo ciclo intrauterino che è collettivo e da luogo ad una vera “muta neonatale”.Una relativa sincronizzazione (animalizzazione, secondo Rebora) può verificarsi nell’adulto in condizioni fisiologiche (gravidanza), patologiche (effluvio in telogen e stadi finali del defluvio androgenetico) o farmacologiche (pillola estroprogestinica) per variazioni della durata dell’anagen 6°.

Anche queste piccole conoscenze sono importanti per comprendere alcuni aspetti della patologia pilare.

 

BIBLIOGRAFIA

Rebora A.: “Struttura e funzione della cute” in: Rebora A., Guarrera M., “Dermatologia per operatori cosmetici”. SEPeM, Milano, 1987,19-20.
Rebora A.: “Considerazioni di fisiopatologia pilare” Gior It Derm e Vener 1988; 4 : 139.
Orentreich N., Durr N.P.: “Biology of scalp hair growth” Clin Plast Surg 1982; 9: 195.
Saitoh M., Uzuca M., Sakamoto M.: “Human hair cycle” J Invest Dermatol 1970; 65:54.

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Forfora

Un semplice test per il
RICONOSCIMENTO DELLA PRESENZA
DI OPPIOIDI NELLA FORFORA

Paolo Gigli ed Andrea Marliani
Società Italiana di Tricologia
Firenze
 

Per forfora o pitiriasi del capo, si intende un aumento della desquamazione di cellule cornee a livello del capillizio, squame visibili che ricoprono il cuoio capelluto e si staccano spontaneamente.

La squama è un prodotto dello sfaldamento dello strato corneo frammista a grassi e sudore.
In condizioni di assunzione di oppioidi, tale sfaldamento si effettua con ritmo più serrato e si manifesta con distacco di ammassi cellulari talvolta voluminosi che conducono ad una anomala desquamazione simile alla comune dermatite seborroica.

Ebbene l’uso di sostanze stupefacenti è una storia scritta nella forfora di un individuo.
Il metodo, non quantitativo, che presentiamo è semplice, alla portata di tutti e presumibilmente mostra la presenza di residui di oppioidi dopo assunzione di sostanze stupefacenti, superando molti dei limiti legali dei test sulle urine o sul sangue.
La forfora viene raccolta con un pettine e posta fra due comuni vetrini portaoggetti.

Viene poi esaminata ad un comune microscopio munito filtri polarizzatori. Vedete la posizione dei filtri.
Al microscopio in luce polarizzata la comune forfora appare bianca micacea,

e, per ragioni che non conosciamo, solo la forfora di chi assume oppioidi appare scura antracite.

 
Possiamo pensare che le ghiandole sudoripare eccrine, che sono anche escretrici di sostanze estranee all’organismo, come farmaci e tossici, facciano finire nella forfora gli oppioidi e che questi siano in grado di deviare il piano ottico di vibrazione della luce dando questo tipo di immagini.

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Naturopatia e Fitoterapia in Tricologia

Andrea Marliani
Naturopatia e Fitoterapia in Tricologia
dott. Andrea Marliani
Dermatologo – Endocrinologo
in Firenze
L’assunzione equilibrata di nutrienti, vitamine e oligoelementi è indispensabile per la salute dei capelli. La calvizie comune ha, in genere, la particolarità di avere un decorso lungo e graduale che può peggiorare a causa di infiammazioni, telogen effluvium e dermatite seborroica, oltre che per effetto di un’alimentazione e di uno stile di vita inadeguati (consigliamo di leggere: Fantini Fabrizio: “Prevenire e contrastare la caduta dei capelli” Tecniche Nuove, 2005, Milano).

Numerosi studi hanno dimostrato che alcuni estratti di piante officinali sono in grado di esercitare un’azione antinfiammatoria e antimicrobica ed anche di contrastare la 5-alfa-reduttasi, enzima responsabile della conversione del testosterone in diidrotestosterone (DHT e che, come ormai sappiamo, è il maggior responsabile della calvizie comune e del diradamento maschile dei capelli.

Nella storia della medicina, migliaia di farmaci sono stati sintetizzati a partire da sostanze naturali ed ancora oggi numerosi ricercatori si occupano di scandagliare impervie zone tropicali per scoprire nuove specie vegetali che possano fornire nuovi principi attivi da isolare e riprodurre in laboratorio. Talvolta è però impossibile sintetizzare chimicamente le nuove molecole scoperte e, poiché non si può brevettare una pianta o una sostanza naturale (che sono patrimonio di tutti), molte volte manca l’interesse ad investire gli ingenti capitali e le risorse che la ricerca richiede. Per questo motivo raramente le piante officinali possono vantare la stessa quantità di studi controllati dei farmaci di sintesi. La sostanza naturale, una volta stabilita la sua atossicità, presenta però il vantaggio di avere nella sua composizione un complesso di principi attivi che possono agire in sinergia fra loro, determinando un’azione antinfiammatoria, antimicrobica e antiseborroica. Si spiega così come, il più delle volte, la pianta officinale eserciti un’attività meno mirata che coinvolge più disturbi e patologie all’apparenza non collegati. La sua azione specifica è quindi sovente meno efficace e potente rispetto a quella di un farmaco che è stato creato per garantire la massima efficacia ma può ugualmente rappresentare un valido supporto, soprattutto a livello preventivo e magari in sinergia con altri trattamenti.

Esistono sostanze naturali e principi alimentari che possono contribuire a mantenere sani i capelli. Il tè verde, i fitosteroli derivati da piante quali Serenoa repens (palma nana seghettata), pygeum africanum (prugno africano), l’ortica e la soia contrastano l’azione del DHT. Altre sostanze, per esempio la vitamina B6, lo zinco e l’acido azelaico, bloccano la 5-alfa-reduttasi a livello topico. Gli estratti del seme d’uva e dell’orzo possiedono la proprietà di agire sulla riepitelizzazione e sull’induzione della fase di crescita del capello. Il germe di grano e il lievito di birra possono costituire una valida integrazione di aminoacidi, vitamine, oligoelementi e antiossidanti. Il Ginseng, invece, può aiutare nei momenti di intenso stress fisico e mentale.

Alcuni autori ipotizzano che i fitosteroli estratti da alcuni vegetali, di cui è stata dimostrata l’efficacia nel trattamento dell’ipertrofia prostatica, potrebbero essere utili anche per la calvizie comune e auspicano che vengano effettuati studi clinici controllati (Prager, 2002). Il preparato topico di betasitosterina, estratto dalla serenoa repens, potrebbe essere promettente, in quanto capace contemporaneamente di inibire la 5-alfa-reduttasi e di occupare i recettori cellulari del diidrotestosterone e degli estrogeni.

Le sostanze naturali possono essere utili per la salute dei capelli a condizione che il loro impiego avvenga con la supervisione di un bravo specialista e che si abbiano garanzie sulle modalità di estrazione dei principi attivi.

Descriviamo una serie di principi attivi di origine vegetale potenzialmente utili in Tricologia. Il loro utilizzo non deve sostituire la terapia medica, ma può costituire una valida e benefica integrazione per la salute dei capelli.
Anche le sostanze di origine naturale possono avere, pur se meno frequentemente, effetti collaterali e interazioni con i farmaci di sintesi; proprio per tale ragione è importante sempre affidarsi ad un bravo medico.

 

Serenoa repens
Pygeum africanum
Tè verde (Camellia sinensis)
Acidi grassi polinsaturi omega 3
Soia
Zinco, Acido Azelaico, Vitamina B6
Vite ed estratto del seme d’uva
Orzo e procianidina B3
Ginseng (Parnax Ginseng)
Lievito di birra e germe di grano
Ortica (Urtica Dioica
Boehmeria Nipononivea
 

 

BIBLIOGRAFIA

Fantini F.: “prevenire e contrastare la caduta dei capelli” Tecniche Nuove, 2005, Milano.

Price V.H. “Androgenetic alopecia in adolescents”. Cutis 2003; 71(2) :115 ­ 21.

Rinaldi F., Sorbellini E.: “The Effect Of Herbal Extract On Hair Growth” In “Female Androgenic Alopecia” 63rd Annual Meeting February 18 – 22, 2005 New Orleans.

Shimizu K., Kondo R., Sakai K., Shoyama Y., Sato H., Ueno T.: “Steroid 5alpha-reductase inhibitory activity and hair regrowth effects of an extract from Boehmeria nipononivea” Biosci Biotechnol Biochem. 2000 Apr; 64 (4): 875 – 7.

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Ipotiroidismo Subclinico ed Alopecia

 
IPOTIROIDISMO SUBCLINICO ED ALOPECIA
Dott. Daniele Campo
Istituto Ortodermico Italiano
– Roma –
 

Negli ipotiroidismi cronici le strutture che per prime vengono compromesse sono la cute e gli annessi cutanei.
Nell’ipotiroidismo la cute è pallida e secca; le unghie sono fragili e sottili; i capelli, anch’essi fragili, secchi e sottili, si diradano cadendo in telogen (effluvio cronico in telogen da ipotiroidismo), senza determinare mai una vera calvizie. Caratteristica è la perdita dei peli delle sopracciglia (limitata alla metà temporale) e la rarefazione dei peli ascellari e pubici.
Per il medico pratico questi segni sono indice di una possibile ed importante alterazione degli ormoni tiroidei.
Per quanto riguarda l’alopecia nei soggetti affetti da ipotiroidismo, questa ha un decorso molto lento e graduale e colpisce diffusamente tutto il cuoio capelluto sotto forma di “effluvio cronico”.
Al tricogramma si osserva un aumentato numero di bulbi distrofici e/o in telogen, il che significa che la crescita attiva dell’anagen è rallentata o addirittura si arresta, così un numero sempre maggiore di capelli passa alla fase catagen e quindi alla fase di caduta (telogen) in un tempo più breve del normale. Questa situazione definisce il telogen effluvio cronico.
Clinicamente i capelli appaiono ruvidi, secchi e fragili; tale aspetto probabilmente è dovuto anche ad una alterata secrezione sebacea. L’ipotiroidismo subclinico è uno stato asintomatico in cui l’iperstimolazione tireotropinica, secondaria a riduzione dei livelli circolanti di ormoni tiroidei, garantisce un apparente eutiroidismo, determinando spesso iperplasia della tiroide. Talvolta questi pazienti hanno come unico segno l’ipercolesterolemia. In questi soggetti sono spesso presenti anticorpi anti-Tg e/o (soprattutto) anti TPO (anti microsomi tiroidei) e può essere presente il gozzo più o meno pronunziato. I livelli di TSH sono elevati in condizioni basali e/o presentano una iper-risposta allo stimolo con TRH. I livelli di ormoni tiroidei sono spesso ancora nella norma, sia pur nella fascia dei valori bassi. La prolattina è frequentemente elevata come conseguenza dei valori alti di TRH.
L’effluvio avviene perché la tiroxina, per la sua azione sui fattori di crescita della famiglia dell’EGF, svolge un ruolo essenziale nelle prime fasi di crescita del capello (anagen 1 – 2).
Inoltre nell’ipotiroidismo sub clinico l’assorbimento intestinale di metalli come ferro, zinco, magnesio, rame, calcio e di vitamine come la B12 ed i folati è rallentato, con conseguente anemia sideropenica e talvolta con caratteri di macrocitosi (anemia pseudo perniciosiforme).
L’iperproduzione di prolattina stimola la surrene alla produzione di androgeni convertibili in testosterone.
Se poi c’è carenza di tiroxina anche la globulina legante il testosterone nel sangue SBHG, prodotta dal fegato sotto stimolo tiroideo, diminuisce e diminuisce anche l’affinità che tale proteina ha per il testosterone, il che, in teoria, equivale a dire che una maggiore quantità di ormone si ritrova libero nel sangue con la possibilità di trasformarsi in diidrotestosterone; questo rappresenta la causa dell’ipertricosi e della perdita androgenetica dei capelli che può manifestarsi se c’è l’ereditarietà. Questo meccanismo fisiopatologico è comunque meno importante perché in condizioni fisiologiche ed in un soggetto sano, la capacità di legame della SHBG è tale da essere sempre lontana dalla saturazione. Inoltre la sua affinità per il testosterone è talmente elevata che lega circa il 99% dell’ormone ed aumentarla o diminuirla di poco non modifica di fatto la disponibilità della frazione libera.
La frazione libera del testosterone è, in soggetti sani, sempre funzione il suo valore totale (1%), non hanno quindi alcuna logica gli esami di valutazione del testostrone libero e della SHBG. Diversa può essere la situazione in pazienti diprotidemici. Un dosaggio della testosteronemia, se le proteine totali sono nella norma e se il protodogramma non presenta alterazioni, di fatto ci da anche il valore della frazione libera dell’androgeno.
Si può porre diagnosi di ipotiroidismo dosando l’ormone stimolante la tiroide (TSH) e gli ormoni tiroidei, in particolare la tiroxina (T4). Un ipotiroidismo primitivo è caratterizzato da alti valori plasmatici di TSH e bassi o normali di T4. I valori plasmatici normali di T4 sono compresi fra 5 e 12 mg/dl o 65 – 155 nanomoli/L; i valori normali di T3 sono compresi fra 115 e 190 ng/dl o 3,54 – 10,16 picomoli/L; i valori normali dell’indice di tiroxina libera (FTI) oscillano fra 3 e 9; i valori normali di TSH sono compresi fra 0,5 e 4 mU/L.
Per questo motivo, ogni qualvolta osserviamo pazienti, specie di sesso femminile, affetti da alopecia a tipo androgenetico o da ipotrichia diffusa a tipo telogen effluvio cronico, richiediamo di routine fra i vari esami anche il dosaggio degli ormoni tiroidei, il TSH e la colesterolemia.
Laddove non si evidenzino alterazioni della quota degli ormoni tiroidei, in presenza di ipercolesterolemia e TSH ai valori alti del range di normalità, aggiungiamo, in seconda istanza, un test di stimolazione al TRH per evidenziare un eventuale ipotiroidismo subclinico.

Nella nostra pratica professionale abbiamo potuto riscontrare che solo alcune pazienti mostravano un ipotiroidismo conclamato mentre la maggioranza era affetta da ipotiroidismo subclinico.
Tutte queste si erano rivolte a noi per un diradamento diffuso dei capelli, inoltre nei casi in cui questo era piuttosto evidente si riscontrava anche l’assunzione di contraccettivi estroprogestinici (con componente progestinica derivante dall’androstano: levonorgestrel, gestodene etc) o la presenza nei dosaggi ematochimici di un pattern di tipo androgenetico (DHEAS, androstenedione e testosterone ai valori alti).

Questi dati, del tutto preliminari ma in accordo con uno studio condotto da Sheffield che dimostra una forma di ipotiroidismo in circa il 10% delle 150 donne che si erano sottoposte a visita per una forma diffusa di perdita di capelli, ci consentono, soprattutto nel sesso femminile, di correlare un certo grado di ipotiroidismo anche se solo subclinico, con l’assunzione di contraccettivi dell’ultima generazione o perlomeno con un substrato di tipo androgenetico. Possiamo pertanto evidenziare che un protocollo allargato ad uno studio approfondito degli ormoni tiroidei deve essere condotto soprattutto in quei casi in cui le pazienti fanno uso di contraccettivi orali o presentano un pattern clinico tipo alopecia androgenetica. Inoltre ci sembra opportuno ribadire l’importanza del test di stimolazione al TRH quando l’ipotiroidismo non sia clinicamente manifesto.
Gli ormoni tiroidei (in particolare la levo tiroxina) sono comunque sempre indicati in quei pazienti in cui la caduta di capelli è accompagnata da ipotiroidismo manifesto o latente che è causa frequente di effluvio in telogen (“telogen effluvium” cronico).
Queste osservazioni sono state possibili grazie alla collaborazione interdisciplinare tra dermatologo ed endocrinologo che, nel trattamento della calvizie, è sempre auspicabile.

 

BIBLIOGRAFIA

Apajalahti L.: “Uber die wirkung der thyreoidbehandlung auf die haut der myxodemkindes: histologische untersuchungen” Acta Soc Med Fenn Duodecim SB 1983; 15: 1.

Butcher E.O.: “The effects of iritans and tiroxin on the hair growth in albino rats” Am J Physiol 1940; 127: 553.

Emperaire J.C.: “Manuale di endocrinologia ginecologica” edizione italiana, edizione italiana CO-FE-SE, Palermo, 1988: 111.

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Ipotiroidismo

Andrea Marliani

L’IPOTIROIDISMO
dr Andrea Marliani
Firenze
Nell’ipotiroidismo cronico franco la cute e gli annessi cutanei sono fra le strutture che vengono compromesse. L’ipotiroidismo può essere la conseguenza di una tiroidite, di un intervento chirurgico, di una terapia radiologica. La cute è pallida e secca. Le unghie sono fragili e sottili. I capelli anch’essi fragili, secchi e sottili, si diradano cadendo in telogen ma senza determinare mai una vera calvizie (effluvio cronico in telogen da ipotiroidismo). E’ descritta come caratteristica la perdita della metà temporale delle sopracciglia e la rarefazione dei peli ascellari e pubici. Nell’ipotiroidismo à costante l’ipercolesterolemia e frequente l’ipoproteinemia. Vi è inoltre anemia ferrocarenziale ed ipozinchemia, da sole sufficienti ha giustificare l’effluvio. L’effluvio si manifesta anche perché la tiroxina, per la sua azione sui fattori di crescita, svolge un ruolo essenziale nelle prime fasi di crescita del capello (anagen 1 – 2). TRH e TSH sono molto alti. La prolattina è alta per effetto dei valori elevati di TRH. L’iperproduzione di prolattina stimola la surrene alla produzione di androgeni convertibili in testosterone. Per la carenza di tiroxina anche la globulina legante il testosterone nel sangue, SHBG prodotta dal fegato sotto stimolo tiroideo, diminuisce e diminuisce anche la sua affinità per il testosterone, il che equivale a dire che una maggiore quantità di ormone si ritrova libero nel sangue con la possibilità di trasformarsi in diidrotestosterone. Questo meccanismo patogenetico, ipotizzabile solo in presenza di ipoproteinemia, rappresenterebbe la causa dell’ipertricosi e della perdita androgenetica dei capelli che comunque può manifestarsi solo in presenza di ereditarietà per alopecia androgenetica.

In un soggetto sano questo meccanismo patogenetico legato all’aumento della frazione libera del testosterone è comunque assai poco importante nel determinare alopecia perché, in condizioni fisiologiche, la capacità di legame della SHBG è tale da essere sempre lontana dalla saturazione. Inoltre la sua affinità per il testosterone è talmente elevata che lega circa il 99% dell’ormone ed aumentarla o diminuirla di poco non modifica di fatto la disponibilità della frazione libera. La frazione libera del testosterone è, in soggetti sani, sempre funzione il suo valore totale (intorno all’1%), non hanno quindi alcuna logica gli esami di valutazione del testostrone libero e della SHBG. Diversa è la situazione in pazienti ipoproteinemici o diprotidemici. Un dosaggio della testosteronemia, se le proteine sono nella norma, ci da anche il valore della frazione libera dell’androgeno.

L’alopecia nell’ipotiroidismo ha un decorso molto lento e graduale e colpisce diffusamente tutto il cuoio capelluto sotto forma di “effluvio cronico”. Al tricogramma si osserva un aumentato numero di bulbi distrofici e/o in telogen, il che significa che la fase di crescita attiva dell’anagen è ridotta, così un numero sempre maggiore di capelli passa alla fase catagen e quindi alla fase di caduta (telogen) in un tempo più breve del normale. Questa situazione definisce il telogen effluvio cronico. Clinicamente i capelli appaiono ruvidi, secchi e fragili. Tale aspetto è probabilmente dovuto anche ad una alterata secrezione sebacea.

L’ipotiroidismo subclinico è uno stato asintomatico in cui l’iperstimolazione tireotropinica, secondaria a riduzione dei livelli circolanti di ormoni tiroidei, garantisce un apparente eutiroidismo. Talvolta vi è iperplasia della tiroide, il gozzo, più o meno pronunziata. Talvolta questi pazienti hanno come unico segno l’ipercolesterolemia. Inoltre l’assorbimento intestinale di metalli come ferro, zinco, magnesio, rame, calcio e di vitamine come la B12 ed i folati è rallentato, con conseguente anemia sideropenica e talvolta con caratteri di macrocitosi (anemia pseudo perniciosiforme).
In questi soggetti sono spesso presenti anticorpi anti TG (anti tireoglobulona) e/o soprattutto anti TPO (anti perossidasi microsomiale tiroidea). I livelli di TSH sono di norma elevati in condizioni basali e, se non lo sono, presentano una iper risposta allo stimolo con TRH. I livelli di ormoni tiroidei sono spesso ancora nella norma, sia pur nella fascia dei valori bassi. La prolattina è frequentemente elevata come conseguenza dei valori alti di TRH. Frequentemente elevato è il colesterolo. L’effluvio è conseguenza della anemia e della ridotta attivazione dei fattori di crescita.

Si può porre diagnosi di ipotiroidismo dosando l’ormone stimolante la tiroide (TSH) e la tiroxina (T4). Un ipotiroidismo primitivo è caratterizzato da alti valori plasmatici di TSH e bassi o normali di T4. I valori plasmatici normali di T4 sono compresi fra 5 e 12 mg/dl o 65 – 155 nanomoli/L. I valori normali di TSH sono compresi fra 0,5 e 4 mU/L. Ogni qualvolta osserviamo pazienti, specie di sesso femminile, affetti da alopecia a tipo androgenetico o da ipotrichia diffusa a tipo telogen effluvio cronico, richiediamo di routine fra i vari esami anche il dosaggio del fT4, il TSH e la colesterolemia.

 

BIBLIOGRAFIA

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